Aerosol & Ambiente.
In
questa sezione vorremmo far riflettere il lettore sulla reale capacità
di inquinamento delle bombolette. Ovviamente qualsiasi attività umana
produttiva comporta l'aumento di inquinamento inteso come prodotto di
scarto che si ha durante una produzione, ma sarà vero che per ottenere
lo stesso risultato l'aerosol produce più inquinamento? Teniamo a
precisare che la nostra azienda produce solo spray per il settore
industriale e quindi le considerazioni che seguono riguardano solo i
settori produttivi che raggiunge con i propri prodotti.
Come è nata e cosa è una bomboletta?
I primi esperimenti per creare una ... bomboletta spray vennero fatti
in Francia alla fine del 1700: l'idea era di creare una bibita gassata!
Ma il primo vero brevetto per aerosol è stato depositato in Norvegia
alla fine degli anni '20. Negli Stati Uniti il brevetto è arrivato
alcuni anni più tardi quando i diritti di brevetto sono stati venduti
per circa 100.000 corone norvegesi. Dopo varie sperimentazioni, alla
fine degli anni '30 vede la luce la prima moderna bomboletta spray ed
una delle prime applicazioni fu l'insetticida. Solo verso la fine degli
anni '40 vede la luce la prima bomboletta di vernice. Oggi per i
Regolamenti Comunitari "gli aerosol, vale a dire i generatori di
aerosol, sono recipienti non ricaricabili in metallo, vetro o materia
plastica, contenenti un gas compresso, liquefatto o disciolto sotto
pressione, con o senza liquido, pasta o polvere e muniti di un
dispositivo di dispersione che permette di espellere il contenuto sotto
forma di particelle solide o liquide in sospensione in un gas, sotto
forma di schiuma, di pasta o di polvere, o allo stato liquido o
gassoso."
Due elementi contenuti nella definizione, vale a dire il
gas contenuto e l'impossibilità di ricaricare la bomboletta, hanno
implicitamente portato nel tempo a pensare che applicare una miscela
chimica mediante aerosol sia più inquinante che applicare la stessa
miscela in forma sfusa.
Il gas contenuto inquina? Un tempo gli aerosol erano pressurizzati con gas CFC, tristemente noti per essere ritenuti responsabili del deterioramento dell'ozono atmosferico. Da molti anni oramai non utilizziamo più questi gas. L'80% dei nostri prodotti è pressurizzata con gas non ritenuti dannosi per la fascia di ozono e che hanno un bassissimo GWP (Global Warming Potential, Potenziale di Riscaldamento Globale). Nel rimanente 20% per ragioni tecniche viene utilizzato GPL, il medesimo propellente utilizzato in molti deodoranti, schiume da barba e insetticidi.
Perché una bomboletta non è ricaricabile? Tecnicamente verrebbe da pensare che sia una operazione fattibile perché il prodotto potrebbe anche rientrare da dove è uscito. Però il costo sia economico che ambientale, vale a dire in termini di energia necessaria, ed i problemi di sicurezza che si hanno superano ampiamente i vantaggi. Una nostra bomboletta è composta da due elementi: la miscela attiva ed il gas propellente. La percentuale contenuta di miscela attiva va dal 65% al 95% a seconda dei prodotti. Questa viene normalmente preparata in contenitori di grande capacitò e poi dosata nelle bombolette. Viene aggiunta la valvola, aggraffata e solo a questo punto si aggiunge il gas per la pressurizzazione.
E' più ecologica e sicura una miscela in forma spray o sfusa?
Questa è una domanda alla quale non si può dare una risposta che valga
per qualsiasi prodotto. Però si possono tracciare delle linee generali.
In primo luogo il rendimento di una miscela utilizzata in forma spray è
decisamente superiore al rendimento della stessa miscela utilizzata in
forma liquida: vale a dire che per ottenere lo stesso risultato se ne
usa di meno! In secondo luogo non c'è la possibilità di ingerire
quantità nocive di prodotto, mentre con lo sfuso questo problema può
presentarsi.
Inoltre con lo spray non c'è la possibilità di sversamento accidentale o di deterioramento del prodotto non utilizzato.
Le bombolette a fine vita sono inquinanti? Sembrerà strano, ma quando una bomboletta, fosse anche di vernice, giunge a fine vita ha un impatto ambientale tra i più bassi a parità di resa di altri mezzi di applicazione di una miscela. Infatti quando la bomboletta è vuota normalmente non vi è più prodotto attivo all'interno e se l'utente è stato accorto il contenuto sarà stato spruzzato sulla superficie e solo in minima parte disperso nell'ambiente. Il contenitore che andremo a conferire al centro di raccolta autorizzato conterrà solo residui di gas e tracce della miscela attiva.
La produzione delle bombolette produce rifiuti?
Questi come sono gestiti da MG ICRI? Abbiamo visto in uno dei paragrafi
precedenti che la miscela attiva viene dosata nelle bombolette mediante
dosatori automatici. Quindi durante la produzione non ci può essere
dispersione di
prodotto nell'ambiente. Durante la preparazione della
miscela da dosare (normalmente vengono preparati batch o lotti da 200
litri) le quantità di sostanze chimiche vengono aggiunte in base alla
formula nella esatta quantità. L'unico rifiuto che si ha quindi nella
produzione di bombolette è il solvente che viene utilizzato per lavare
gli impianti al termine della lavorazione di un tipo di prodotto in
vista della produzione del successivo. Su una produzione di alcune
migliaia di bombolette i nostri rifiuti ammontano normalmente ad una
decina di chilogrammi di solvente!
Lo smaltimento di questi avviene in conformità alle stringenti normative italiane. Il responsabile di produzione annota di volta in volta in un apposito registro vidimato in Camera di Commercio il quantitativo di rifiuto ed una volta all'anno questi rifiuti vengono ritirati da uno smaltitore autorizzato che opera in conformità al SISTRI (http://www.sistri.it/). MG ICRI a sua volta presenta nella primavera successiva il Modello Unico di Dichiarazione (https://www.mudtelematico.it/) nel quale vengono indicati i rifiuti prodotti e come sono stati smaltiti.